Il mio nome è Isabella, ho 31 anni e sono italiana. Ho la carnagione del colore della terra e una chioma che ricorda quella del tiglio selvatico. Oggi vorrei raccontarvi una storia. La storia di come, dopo tanti anni di sforzi, dubbi e incertezze, ho imparato ad amare i miei capelli AFRO. Provate a immaginare di vivere una vita senza vedere i vostri «veri» capelli, al naturale. A me è successo proprio questo: purtroppo per molti anni li ho rifiutati. Non riuscivo a capirne la bellezza, né ad apprezzare la particolarità che ho ricevuto in dono e che poi ho avuto la fortuna di trasmettere – in parte – anche ai miei figli. Soprattutto, non riuscivo a capire l’importanza di ciò che rappresentano storicamente, né il valore del messaggio che hanno oggi. I capelli afro sono stati per lungo tempo un simbolo della schiavitù, giudicati non eleganti, poco apprezzati, inferiori. Anche oggi, inconsapevolmente, questo messaggio persiste. Si è evoluto al punto da portare molte donne nere a rifiutare questo segno distintivo… Provate a immaginare la difficoltà di nascere e crescere in un Paese in cui rappresentate una minoranza etnica e di essere costantemente bombardate da immagini di una bellezza stereotipata, totalmente diversa da quella che vedete riflessa allo specchio ogni mattina. Io sono cresciuta con l’idea che il capello afro fosse ingestibile, sinonimo di disordine, ma pian piano ho iniziato ad assecondare un pensiero che oggi mi è molto chiaro: «Devo essere uno stimolo per tutte le ragazze che hanno bisogno di sentirsi rappresentate e sostenute. Non posso lasciar prevalere l’idea che la bellezza aumenti esponenzialmente soltanto avvicinandosi alle caratteristiche delle donne occidentali». Otto anni fa, stremata, ho scelto di non stirarmi mai più chimicamente, né meccanicamente i capelli. In seguito – anche grazie al l’incoraggiamento del mio attuale marito! – , ho deciso di non applicare più le extension per nascondermi, e di dare a me stessa la possibilità di riscoprirmi, accettarmi e amarmi. Il momento più difficile è stata la fase di transizione: mi crescevano questi nuovi capelli sconosciuti, ma avevo ancora gli altri capelli stirati, che mano a mano tagliavo via. Mi sono ritrovata nella situazione in cui non sapevo più cosa aspettarmi. Ho dovuto imparare, rieducarmi, informarmi, leggere molto e provare su di me (e su altre tipologie di ricci!) prodotti, tecniche e acconciature constatando che anche i miei capelli sono belli! Ora, per me questa è diventata una specie di vocazione: una missione vera e propria. Vorrei aiutare tante altre ragazze con i miei consigli e insegnar loro a gestire i capelli afro. Su MUSA vorrei provare a parlarvi della discriminazione del capello afro all’interno della società e della mia esperienza personale; della fase di negazione, di transizione di accettazione dei miei capelli, ma anche degli strumenti che ho scoperto e che utilizzo per prendermene cura (dai prodotti, ai trattamenti, dai pettini ai saloni di parrucchiere). Sicuramente se avessi saputo prima che sulla mia testa c’era una corona da indossare tutti i giorni con fierezza, avrei deciso molto prima di tenere i miei capelli al naturale! Finalmente lo so: ho i capelli afro e va bene. Sono giusta così. Vorrei raccontare a tutti di come ho scoperto la mia corona.
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